Educare alla Sicurezza Personale: Perché Giocare alla Lotta Aiuta a Crescere

Sicurezza personale nelle scuole

Viviamo in unepoca in cui i giovani hanno accesso illimitato alla tecnologia, ai social network e a internet. Eppure, proprio in questa epoca iperconnessa, qualcosa di fondamentale sembra essere andato perso: la capacità di gestire i conflitti.

Categorie

Scuole

Ambito

Istutito Scolastico

Anno

2024

Dal cortile al touch screen: cosa è cambiato?

Fino a qualche decennio fa, i quartieri erano pieni di bambini che giocavano per strada. In quei momenti si litigava, si faceva pace, si imparava a conoscere i propri limiti e quelli degli altri. Erano esperienze concrete, fisiche, reali. Oggi quei cortili sono spesso vuoti, e la gestione del conflitto si è spostata su schermi digitali, dove le emozioni sono filtrate, i gesti sono sostituiti da emoji e la possibilità di affrontare davvero l’altro si perde.

Perché serve educare alla sicurezza personale?

Proprio per colmare questo vuoto, nasce l’esigenza di introdurre corsi di educazione alla sicurezza personale nelle scuole, a partire già dalle elementari e medie. Non si tratta solo di insegnare tecniche di difesa, ma di offrire uno spazio in cui i giovani possano riappropriarsi del corpo, del contatto e del confronto.

Durante queste lezioni, attraverso esercizi fisici e giochi di lotta controllata, i bambini superano la paura del contatto fisico. Un’esperienza che li aiuta a sviluppare autoconsapevolezza: capiscono dove sono forti, dove sono più fragili, come reagiscono sotto pressione.

Il gioco fisico come linguaggio primario

In età evolutiva, prima che il pensiero astratto sia pienamente sviluppato, i bambini apprendono meglio attraverso il corpo che con le parole. Spiegare concetti come "rispetto", "limite" o "responsabilità" può essere complicato a parole. Ma viverli in un gioco fisico, dove c’è interazione reale e feedback immediato, li rende tangibili.

L’errore come risorsa, l’altro come specchio

In questi percorsi, l’errore non è più visto come una colpa, ma come un’occasione per imparare. Il compagno non è un avversario da sconfiggere, ma una risorsa per conoscere meglio se stessi. Si impara a vincere con rispetto, a perdere senza frustrazione, a cadere e rialzarsi. Tutte competenze fondamentali, nella vita e non solo nel gioco.

Conclusione

Educare alla sicurezza personale non significa solo insegnare a difendersi. Significa educare alla relazione, al corpo, all’empatia e alla gestione delle emozioni. In un mondo sempre più virtuale, questi corsi rappresentano un ritorno al reale, al contatto, al gioco sano. Un’opportunità per aiutare i giovani a crescere più forti, consapevoli e preparati ad affrontare il mondo.